Relitto del Benvenuto
Tra i pochi relitti “scovati nei fondali riminesi va ricordato il relitto del Benvenuto.
Il moto/pesca Benvenuto fu speronato nella notte del 2 dicembre 1996 ed affondò su un fondale di 15 m, a circa 7 miglia nautiche dal porto di Rimini. Per fortuna, quella notte l’equipaggio fu tratto interamente in salvo.
Il fondale di natura fangosa ha ormai interrato l’intero scafo del peschereccio, lungo circa 26 m ed adagiato su un fianco. La cabina di comando e gli alloggi sono andati distrutti dalle mareggiate e dispersi o interrati chissà dove. Sono ben visibili, già dalla superficie il paranco o “bigo”, che serviva per sostenere le reti da pesca durante calata o recupero, ed il rullo di prua. Una scaletta incorporata sul paranco, sembra voler indicare ai subacquei la superficie.
Sul fondo, investito molto spesso da un notevole termoclino (stratificazione di acque a diversa temperatura) e quindi da acque più torbide, è visibile il lato di dritta da poppa a prua in legno, oltre a numerosi cavi, attrezzature e meccanismi logorati ed incrostati. In prossimità del centro dello scafo si può notare un argano con un volantino a sei raggi. In prossimità della prua abbiamo posizionato dei blocchetti di cemento cavi, al fine di predisporre tane per la fauna stanziale.
Allontanandosi invece dalla prua per qualche metro, si possono notare pezzi metallici della stessa (probabilmente sempre attrezzatura per la pesca). Ritornando verso la poppa, è ben visibile (ma non desta molta preoccupazione) una estesa rete che galleggia verso la superficie.
Il relitto è visitato da diversi club subacquei della zona, tanto che qualcuno vi ha posizionato delle boe a mezz’acqua, al fine di facilitare ai sub l’avvistamento del pesce di passo. Forse (dato l’impatto ambientale) non era la soluzione migliore (un buon sub dovrebbe essere allenato di per sé nell’assetto a mezz’acqua) ma se non altro, lungo le cime vengono depositate le uova da diversi organismi.
Biologia
Come in tutti i casi, un relitto viene gradualmente incrostato dalla fauna marina sin dai primi mesi dall’affondamento. Le uniche componenti inquinanti (vernici, combustibili ed olii) sono rapidamente dissolte nell’ambiente con conseguenze più o meno marcate. Il relitto del Benvenuto giace sul fondo del mare da circa dieci anni ed è rivestito da alghe, mitili, ostriche, attinie ed altri sessili. Sulle parti fisse vivono moltissimi organismi come appunto diversi molluschi e gasteropodi. Negli anfratti si possono notare alcune specie di bavose e ghiozzi. In prossimità della prua è presente un grongo di modeste dimensioni. Sulle cime e sulle reti e comunque nelle parti esposte alla corrente, sono spesso depositate uova di calamaro e di seppia e si possono trovare anche alcuni nudibranchi. Nella stagione 2004 è stato notato un bel esemplare di pesce balestra (specie di origine tropicale) il quale va ghiotto per i mitili che frantuma col potente becco.
In acqua libera, e quindi al di sopra del relitto, circola diverso pesce di passo, saraghi, orate e ricciole ed altro stanziale come boghe e castagnole.
Difficoltà
Salvo la particolare condizione dell’essere in mare aperto, il Benvenuto non presenta molte difficoltà ed è adatto anche ai subacquei meno esperti. L’orientamento in immersione risulta facile anche in presenza di acqua torbida (basta seguire la murata di dritta). Spesso si presenta un notevole termoclino in prossimità del fondo ed un conseguente strato di acqua torbida che riduce molto la visibilità.